martedì 29 aprile 2008

ANDATEVENE VIA, POETI DAL NASO CORTO!



Facciamola finita, venite tutti avanti
nuovi protagonisti, politici rampanti ;
venite portaborse, ruffiani e mezze calze,
feroci conduttori di trasmissioni false
che avete spesso fatto
del qualunquismo un' arte ;
coraggio liberisti, buttate giù le carte
tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese
in questo benedetto assurdo bel paese.

Venite gente vuota, facciamola finita :
voi preti che vendete a tutti un'altra vita ;
se c'è come voi dite un Dio nell'infinito
guardatevi nel cuore, l'avete già tradito
e voi materialisti, col vostro chiodo fisso
che Dio è morto e l'uomo è solo in questo abisso,
le verità cercate per terra, da maiali,
tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali ;
tornate a casa nani, levatevi davanti,
per la mia rabbia enorme mi servono giganti.
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco
e al fin della licenza io non perdono e tocco.”

Francesco Guccini (Cyrano)

Mi piace di tanto in tanto scoprire le tante riscritture della temeraria opera drammaturgica di E. Rostand intitolata “Cyrano de Bergerac”.

Cyrano de Bergerac, spadaccino dal lunghissimo naso, coltiva un amore indefesso per la poesia. Con i suoi versi riesce a far innamorare e soprattutto riesce a far sognare. Quanto farebbe bene sognare in quest’epoca di poeti dal “naso corto” che ci spezzano le ali! E quanto farebbe bene rileggere oggi questa drammaturgia e le sue varie riscritture, tra cui l’efficace canzone di Guccini!

Il romanticismo che attraversa tutta l’opera e ne diventa il tratto distintivo non dà voce né adito a sterili smancerie e sentimentalismi piuttosto istruisce lo spettatore, suggerendo uno stile romantico di vita; romantico ovvero appassionato. Cyrano sa bene che la passione, come catechizza la stessa etimologia, è legata al patire ma è altrettanto consapevole che una vita priva di ideali è, invero, una non-vita. Pertanto sceglie di combattere contro tutto ciò che costituisce pregiudizio, formalità, conformismo anche se non sempre la sorte è pronta ad arridergli. Forse è questo suo poco classico temperamento a favorirgli una particolare inclinazione alla scrittura più nobile: la poesia. Le sue parole costringeranno al silenzio i suoi nemici, riusciranno a beffare personaggi e situazioni e soprattutto la loro magia riuscirà a far innamorare. La sua poesia, ad onta della sua bruttezza, sarà al centro della più complicata e cabalistica storia d’amore proposta a teatro.

Come epilogo lo spettatore vivrà un involuto amplesso in quanto riuscirà, nella limitata durata del dramma, a lasciarsi generosamente penetrare dagli ideali di Cyrano, in primis il suo romanticismo vaccinato da vacue melensaggini.

4 commenti:

Unknown ha detto...

Ma saresti tu la donna abbracciata dal libro? Si vede che sei molto romantica…e oggi nel mondo ce n’è un urgente bisogno…ciao.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Una piacevole "recensione".

Ciao
Daniele

MelaRenetta ha detto...

;o)

nespolina ha detto...

io Cyrano di Guccini la cantavo lungo Bisenzio quando ero alle superiori...che rappresentazione... ^_^ è proprio bella questa canzone! Bello anche il film con Gérard Depardieu!